Ciao sono n'uovo

cdt

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  1. Citizen of K.
     
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    Ciao a tutti... Io sono qui per caso, stavo cercando una spiegazione del perché le persone sensibili abbiano quasi sempre un carattere difficile, così sono finito prima sulla vostra pagina wordpress e lí ho trovato il link a questo forum.

    Ho letto l'elenco delle caratteristiche dell'HSP e...
    Beh, ho quasi 39 anni ormai e questa è stata la prima volta che mi sono rivisto nelle parole di qualcun altro, se calcolate che l'appellativo su cui tutti sono più o meno concordi è "troppo buono".
    Gesú.
    "Troppo buono".
    Mi fa sempre incazzare, questa affermazione. Sarà che tutte le volte che me lo dicono suona come se mi stessero diagnosticando un tumore, fatto sta che quelle due parole, "troppo buono", una volta messe assieme, o sottolineano una fregatura subita da poco o sanciscono la fine di un rapporto, che sia esso di amicizia o di coppia.
    :- La mia storia con Tizia è finita, ieri l'ho piantata.
    :- Come mai?
    :- Le complico troppo la vita. Ha detto proprio cosí. Allora l'ho mollata. Litigando, naturalmente.
    :- Secondo me le hai portato troppe colazioni al letto. E comunque è una stronza, te lo dico io che sono donna. Meglio così, dammi retta. È una cretina.
    :- Ma... Tu, in quanto donna, non dovresti capire che, anche se non è più la mia ragazza, sono ancora abbastanza coinvolto da difenderla comunque?
    :- ...La difendi pure?
    :- Difendo la mia scelta di averla voluta con me.
    :- Sará...
    :- Il punto è che io pensavo di alleggerirle la vita, non di complicargliela. Un po' sono morto dentro, credimi. Non avrei mai creduto che con me potesse stare così male. Allora che senso ha stare insieme? Ok, ho il cuore in gola ma magari, adesso, troverà qualcuno con cui starà meglio.
    :- Anche tu, però!
    :- Ma certo... Anch'io.
    :- Tu sei troppo buono.
    "Disarmante" non è la parola adatta ma è la prima che viene in mente.
    Il dialogo qui sopra, comunque, non me lo sono inventato. L'ho solo romanzato un po' perchè le parole testuali non me le ricordo ma il senso è pressoché quello.

    Anche "strano" è un appellativo che spesso m'affibbiano ma, in quel caso, ringrazio sempre.
    :- Che stai facendo?
    :- Ho un libro in mano, avanti c'è scritto "Lo straniero" ed è la terza volta che mi fai la stessa domanda... Non squilla nessun campanello?
    :- Intendo perché stai leggendo QUI, al bar, sui tavoli all'aperto!
    :- Perché qui fuori tira l'arietta.
    :- Hai la depressione?
    :- ...Cosa!? No... Io... Ma dai, è ridicolo... Cioé, non sono proprio al settimo cielo ma depresso, Cristo, no!
    :- Va che tu sei strano forte, sai..?
    :- Oh, grazie!
    E questo, ai loro occhi, mi rende ancora più strano.
    Quando non pensano che io stia recitando la parte, certo.
    Mi fanno ridere, diosanto. Come se loro non fingessero mai.
    Il fatto è che io non fingo. Non in questo caso, per lo meno. Sono davvero felice quando mi danno dello "strano". Cioè... Non proprio felice. Forse il termine giusto è "sollevato". Dopo tutto che diamine ci sarà di così strano o addirittura depressivo, nel leggere al bar?
    Questo dialogo è sputato all'originale. Terrificante, no?
    Uno legge per i fatti suoi al bar, fuori, d'estate e che vanno a pensare? Che ha la depressione, certo. Mica pensano "chissá che sta leggendo?", no, pensano che stia per ammazzarsi.
    Devo ricordarmi, la prossima volta che mi chiedono che sto facendo con un libro in mano, di rispondere "aspetto che apra la Coal giù in fondo per comprare le lamette".

    Ad ogni modo, da quando ho cambiato lavoro, sembra che le cose vadano meglio.
    Fino a quattro anni fa lavoravo come web designer. In quell'azienda ho passato quattordici anni, di cui circa due abbastanza felici e, i restanti, se escludiamo tre colleghe (anzi, due colleghe e un collega) e un amore, di merda.
    Non entro nello specifico altrimenti converrebbe suddividere questo post in capitoli ma adesso sono un pittore e, anche se ogni volta che inauguro una mostra vorrei poter sparire, alla fine la gente (gli amanti dell'arte, dico, non i critici, curatori, galleristi... quelli sono il lato penoso del mio lavoro) che bazzica questo ambiente riesce sempre a trasmettermi tanto calore. Pure troppo, certe volte.
    In due occasioni sono scoppiato a piangere in faccia (e in piena mostra) a due tizie che mi avevano detto alcune cose che avevano capito da ciò che dipingo. Cose molto belle e profonde, per carità, ma poi la prima mi ha guardato come se fossi uno di quei cuccioli di gatto appena nati, che miagolano di continuo e non riescono ancora ad aprire gli occhi. L'altra, invece, era con il fidanzato. A breve si sarebbe fatta suora e dunque mi ha sotterrato di misericordia.
    Però mi sono ripreso in fretta rifacendomi sul suo ragazzo. Uscita fuori la storia del diventare suora, gli si è disegnato un sorriso che sembrava infertogli con un coltello da macellaio ma lui è riuscito incredibilmente a mantenerlo per almeno una ventina di secondi.
    Volevo dirgli che un sorriso autentico ne dura circa cinque, dopodiché sono solo denti ma ho preferito pensare che, dopo tutto, era bello vedere uno più patetico di me in quel momento. E dire che mi stavano riempiendo di complimenti.
    Meno male che sono troppo buono.
    Ad ogni modo, dicevo, da quando ho incominciato a fare l'artista mi sento più compreso ma solo attraverso i quadri.
    Se apro bocca e dico quello che penso, l'idillio si rompe e l'espressione interrogativa torna a fare capolino sulle loro facce. Che poi questo è uno dei motivi per cui tendo a mandare sempre tutto in barzelletta.
    :- Che lavoro fai?
    :- Artista... Sono un pittore.
    :- E ci campi? - rispondono di solito con un sogghigno.
    :- ...Ma va, campo di rendita. Da bambino ho inventato i dadi.
    Qualcuno si offende ma me ne batto il cazzo, sinceramente. Hanno incominciato loro, scusate, eh.
    Mica è cretineria, la mia. Come fanno a non capire che l'ironia e il sarcasmo sono tipo l'elmo cornuto di Enrico VIII? Voglio dire, si può scherzare quasi su tutto, è un'ottima protezione.
    Mi conoscevi, come artista? No. Allora significa che è ancora dura. Ma non è e non sará mai l'ufficio. E poi, quando finisco un quadro, sto tanto bene e questo mi basta.
    Tralasciando gli imprevisti, ovvio.
    :- Ma senza stipendio fisso? Ma come fai a campare?
    :- Tu che lavoro fai?
    :- Impiegato in una ditta di trasporti. Una palla...
    :- Immagino...
    Cristo ma coma fai TU, a campare? Sveglia alle sette se lavori sotto casa, timbracartellino, capoufficio quasi sicuramente stronzo, colleghi che ti segnalano appena fumi una sigaretta non in pausa nella speranza di avere un aumento, al lavoro anche con la febbre o ti dicono che t'imboschi, tre settimane l'anno di ferie e, a fine mese, mille euro. Con la vela e il vento a favore, mille e cento, toh. Però hai la bmw, eh. Lavori per mantenere la bmw per andare al lavoro ma, ehi, sono io il coglione che fa l'artista.
    Non per cattiveria o snobismo ma io, questi tizi, li vedo quattro volte in trappola: nelle convenzioni sociali, nel mestiere, nell'ufficio, nella bmw.
    Almeno io amo quello che faccio, finalmente. Non posso permettermi troppe spese, per ora, peró la mattina mi sveglio felice e vado in studio col sorriso. Se un giorno non me la sento di lavorare perché non ho idee, chiudo e faccio una passeggiata.
    Vi pare poco?
    Ma sopratutto non sogghigno quando, per cinque minuti di ritardo, sottraggono mezz'ora dallo stipendio, per dire. La differenza tra noi sta nel fatto che io mi sono stufato, loro ancora no. Niente di trascendentale.
    Per fortuna sono sempre di meno ma sono ancora troppi. Quelli che mi chiedono sogghignando se ci campo, voglio dire. Più o meno pari a quelli che mi dicono che i soldi li vedrò da morto. Mia nonna diceva sempre di non augurare mai la morte a nessuno, perché si finisce per allungargli la vita. Basta allora, dico io. Volete farmi arrivare a duecento anni? Sai che palle.

    Lo so, scrivo (e dico) un sacco di parolacce. Ma non lo faccio per darmi un tono o per fare il figo (...con le parolacce, poi?). Mi danno solo l'idea che rafforzino quanto io stia dicendo. Un po' come parlare o scrivere con la sigaretta in mano: senza mi sembrerebbe di dire un sacco di fregnacce (e, difatti, adesso sto fumando).
    E poi, dopo aver letto quell'elenco beh... Ho pensato di potermi presentare così, con un piccolo sfogo.
    ...
    Ok, non è stato per niente piccolo... Ho scritto un Guerra e Pace!
    Il fatto è che adoro anche scrivere e, quando lo faccio, vorrei non fare figuracce.
    Non so se riusciró a parlare ancora di me... Non sono affatto allenato a confessarmi. Confessare sì, confessarmi brrr.
    Ma magari lo rifarò.
    Forse.
    Almeno spero di non avervi annoiato.
    Mi chiamo Mauro, piacere.
     
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  2. marta1
     
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    ciao mauro benvenuto. ho pochissimo tempo se no farei un guerra e pace anche io. non so quanto tu ti sia davvero confessato-confessato perchè lo stile con cui scrivi è da "scrittore" se riesco a farmi capire ;-) ma ti sei senz'altro raccontato e mi ha davvero divertito leggerti, infatti non mi ha stupito quando hai detto che ti piace scrivere volevo dirti infatti casomai oltre a dipingere puoi scrivere. sei forte. spero di leggerti ancora. comunque io tifo perchè tu non ti senta di "dire un sacco di fregnacce" (non le dici, a quanto posso valutare da questo breve scritto) anche senza sigaretta e senza parolacce perchè non ne hai davvero bisogno. la sigaretta mi auguro la butterai proprio, perchè tanto fa solo male e a quanto intravedo tra le righe non mi sembra ti serva lei per essere un tipo interessante. le parolacce puoi tenerle per i tuoi futuri romanzi se ti piace questo stile narrativo. ma con noi tranquillo, sei tra amici, puoi piangere o ridere confessarti o intrattenerci anche senza difese. il primo che giudica lo buttiamo fuori a colpi di spam :lol: :lol:
     
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  3. Tinù
     
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    Mauro ben confessato! La lista HSP è micidiale, colpisce nel segno. Benvenuto tra noi. Non so quanto possano essere validi i consigli tra HSP ma sicuramente tra noi ci si comprende.
    Confermo quello che ha detto Marta, hai un futuro anche come scrittore quindi doppia chance, complementi.
    Rispetto a quello che hai raccontato...beh, è capitato anche a me quasi tutto quello che hai descritto. È difficile trovare una persona che ti stupisca. Le reazioni sono pressappoco sempre le stesse. Ho letto un libro d'estate, all'aperto, in una zona piena di meravigliosi monumenti e di turisti, Speravo di mimetizzarmi quindi di passare inosservata e invece ...stessa reazione che hanno avuto con te.
    Se ti può consolare anche io creo quando ho l'isprazione ma, anche se ricevo complimenti, mi imbarazzerebbe molto esporre, tu hai superato lo scoglio. Ho scritto anche qualche racconto e sono molto ironica nel farlo ma devo comunque aspettare l'ispirazione altrimenti non riesco a mettere una parola dopo l'altra.
    Per quanto riguarda la bontà o altruismo che sia, a me viene profondamente spontaneo è questo che non accettano gli altri. Per loro è un grosso sforzo. Il fatto è che io non voglio nulla in cambio vorrei che mi lasciassero esprimere liberamente e invece rompono o criticano il risultato è: "ma tu sei troooppoooo buona"😠
    Mauro non c'è bisogno di confessarsi ogni volta che scrivi e visto che è un piacere leggerti, datti da fare😀
     
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2 replies since 27/2/2017, 00:58   42 views
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